INNOCENTI BUGIE

Wichita, Kankas. L'ochetta bionda June Havens (Cameron Diaz) che restaura auto d'epoca, all'aeroporto della cittadina,  in attesa di prendere un aereo diretto a Boston, va a sbattere per due volte contro il misterioso e affascinante Roy Miller (Tom Cruise).

I due si ritrovano a bordo dello stesso volo, e mentre la ragazza è in bagno, lui, atletico 007 in incognito, ammazza i pochi passeggeri e anche hostess, steward e i due piloti, che volevano farlo fuori.

Lei, più sbigottita che spaventata,  dopo un atterraggio di fortuna in mezzo a un campo di granturco, arriva a casa ed è sequestrata dall'Fbi.

Cosa c'è sotto?

Semplice, si far per dire: tutti, compreso un ricco trafficante d'armi spagnolo, vogliono impadronirsi dello Zefiro, una minuscola batteria capace di produrre energia all'infinito.

Che sconquasso con tutta quella gente alle calcagna della strana coppia in fuga precipitosa per mezzo mondo.

Già, perché lo scalpitante regista James Mangold per questa storia semidivertente sospinge la sua troupe di gran carriera da New York a Salisburgo, dalle Azzorre a Siviglia. Elicottero, treno, auto, moto e aereo (come suddetto con precipitoso atterraggio su un campo di grano), ogni mezzo è buono per alzare la tensione, quasi sempre fittizia, e scatenare la fragorosa colonna sonora.

Quasi dieci anni dopo Vanilla Sky, Cameron Diaz e Tom Cruise si ritrovano.Tom Cruise sfodera muscoli e sorrisi, senza accorgersi di essere ormai bollito. Insomma un viale del tramonto  a 300 km l'ora contromano.

Cameron Diaz inalbera moine e smorfiette, ma se non altro in ridottissimo bikini rosso fa ancora la sua figura.

Al contrario del titolo italiano, INNOCENTI BUGIE, l'originale Knight & Day gioca sull'omofonia inglese fra “notte” e “cavaliere”, aprendo un gioco di doppi sensi che vede la statuetta di un cavaliere usata come nascondiglio divenire il pretesto per allestire una caotica sarabanda in giro per il mondo senza sosta, notte e giorno.

Insomma un insieme di film di azione e spionaggio e commedia romantica che ha come evidente e abbastanza dichiarato modello di ispirazione (compreso il titolo italiano che lo richiama apertamente) True Lies, ricordando anche Due nel mirino.
Il tono generale è lo stesso e anche se il film di Mangold è meno riuscito del suo predecessore, rimane il pedale spinto sull'azione, un ritmo elevato e le  affascinanti “location” scelte, anche se le roboanti scene d'azione alla lunga stancano.