DONNIE BRASCO

New York, 1978. Dai e dai, il verde agente federale Joseph Pistone (Johnny Depp), fingendosi un ricettatore di diamanti, nome d'arte Donnie Brasco, riesce finalmente a vincere la diffidenza del cinico manovale del crimine in declino Lefty Ruggiero (Al Pacino), gangster di mezza tacca, mai riuscito ad arrivare ai vertici del comando della “famiglia”.

Tra i due nasce un'amicizia impossibile, destinata a una tragica fine.
Il malavitoso garantisce per lui e lo affilia all'onorata società di Brooklyn.

Che errore fatale.

Eccellente poliziesco, basato sul libro My Undercover Life in the Mafia di Joseph D. Pistone, DONNIE BRASCO è un'appassionata e crudele cronistoria di un'amicizia impossibile, un film sorprendentemente (quasi) privo di sangue, violenza e dalle sottili sfumature psicologiche, accurato nei particolari e con un finale davvero struggente.

L'epilogo, oltre che di una malinconia struggente, è anche uno dei più lucidi dell'ultimo cinema americano: entrambi i personaggi sono strumenti e vittime delle istituzioni cui appartengono.

Straordinario (come sempre) Al Pacino, malinconico e perdente, ottimamente doppiato ancora una volta da Giancarlo Giannini, ma Johnny Depp mostrava già le stimmate del campionissimo.



Nonostante la storia non sia originalissima, il regista Mike Newell compie il miracolo confezionando un non usuale film di mafia. Merito di una bella sceneggiatura che riesce ad emozionare e coinvolgere lo spettatore soprattutto in alcune scene ad alta tensione (si veda su tutte quella degli stivali nel ristorante) e per questo molto riuscite.

Che ve lo dico a fare: da vedere assolutamente.