COMPLICI DEL SILENZIO

Buenos Aires, giugno 1978. E' arrivato per seguire i Mondiali di calcio il giornalista sportivo italiano Maurizio Gallo (Alessio Boni) col collega Ugo Ramponi (Giuseppe Battiston).

Accompagnato dal collega fotoreporter, nella terra del tango Maurizio farà visita ai parenti argentini, integrati e ‘collusi' con uno dei bracci del regime di Videla, Pablo Pere, marito altero della cugina.

Partito dall'Italia col cuore infranto e deciso a dimenticare il perduto amore tra una punizione e un calcio di rigore, il giornalista finisce per innamorarsi della fiera Ana Ramirez (Florencia Raggi), ex moglie di un amico e membro clandestino di una formazione guerrigliera che si oppone al regime militare.

Sospettato suo malgrado di propaganda rivoluzionaria, rimane vittima della dittatura, patendo detenzione e (s)torture, condividendo il destino della donna amata.

COMPLICI DEL SILENZIO è un nobile, ma scontato (la storia è arcinota) dramma parastorico, un mix di passione amorosa e denuncia civile, una love story tra Mundial e dittatura che ripercorre tra i flashback l'impari, coraggiosa lotta contro una quotidianità fatta di torture e desaparecidos (trentamila persone sparite nel nulla, per dire).

Perché la stampa di tutto il mondo tacque? A saperlo, signora mia...

Anche il testimone involontario Alessio Boni, più bello che bravo come Giòn Travolta in Palp Ficsion se lo chiede con la faccia più meditabonda che può.

Ambientato durante i Mondiali del settantotto, il calcio nel film non viene mai giocato dal vivo ma trasmesso in televisione o commentato alla radio, dimostrando quello che negli anni a venire fu chiaro, cioè che quella manifestazione sportiva si impegnava a legittimare la dittatura militare di Videla, a recuperare prestigio agli occhi dei paesi esteri, a infondere l'orgoglio nazionale tra la stessa gente che perseguitava, a occupare l'immaginario, a dissimulare i massacri, a insabbiare l'orrore, spegnendo i dissensi dietro una combine combinata con la nazionale peruviana.

Il regista Stefano Incerti dà vita a un film semplice e senza eccessivi fronzoli anche se il fatto che la sceneggiatura non spinga mai realmente l'acceleratore non aiuta lo spirito del film.

Desaparecidos sì, ma con moderazione. Tanto che alla fine sembra più una storia d'amore impossibile che un film di denuncia. Anche se non è detto che sia un male.