Beverly Hills Cop III - Un piedipiatti a Beverly Hills III

Los Angeles. L'indisciplinato sbirro nero Axel Foley (Eddie Murphy) indaga su una gang di falsari assassini.

Intrufolatosi nel parco divertimenti di Wonder world, trova il tempo di flirtare con la spigliata Janice Perkins (Theresa Randle).

Quiproquo e pericoli a catena prima dell' ovvio arresto dei manigoldi.

Terza avventura del poliziotto sghignazzante di Detroit Axel Foley inventato nel 1984.

Infatti lo schema è lo stesso, ma qui c'è l'invenzione (bella?) di ambientare la parte principale dell'azione a Wonder World (Mondo delle meraviglie), parco di divertimenti californiano alla Disneyland.

Il posto non è solo teatro delle gesta di un Eddie Murphy più indisciplinato e berciante che mai, ma anche una gigantesca metafora della società americana odierna e un'occasione per il genio sregolato di Landis per divertirsi mescolando poliziesco e comico con eccessi catastrofici e buffoneschi.

Con l'apparizione imprevista: Eddie Murphy travestito da elefantino di peluche alto come un uomo, con una morbida proboscide celeste.

E forti contrasti simbolici: una delle sparatorie più brutali avviene davanti alle vetrine supremamente eleganti dell'Emporio Armani di Beverly Hills.

Il tentativo di elevare la faccenda però secondo me fallisce e il film rimane un pessimo poliziesco, farcito di volgarità, che gira a vuoto sulla scia dei due episodi precedenti.

Neanche l'assordante musica impedisce di ascoltare le oscenità mitragliate dall'agitato Eddie Murphy, nè il suo irritante risolino sincopato. Purtroppo per lo spettatore è l'unico che sghignazza.