TERMINATOR


Los Angeles. La quarta guerra mondiale si sta combattendo da qualche parte nel futuro. E si combatte non tra gli uomini, ma tra gli uomini e le macchine, i robot, da loro stessi costruiti nel corso dei decenni. Robot che hanno preso coscenza e vogliono prendere il sopravvento e sterminare la razza umana.

Il cyborg-killer Terminator (Arnold Schwarzenegger) piomba sulla Terra dall'anno 2029, un futuro/presente apocalittico, con l'ordine d'uccidere Sarah Connor (Linda Hamilton), futura madre di tale John, che potrebbe salvare l'umanità.

Ma la resistenza umana ingaggia un futuribile armato di muscoli, mentre il rivale sotto la pelle cela un'armatura d'acciaio.

Fantascienza con concessioni all'horror in una sinistra Los Angeles. Cupo, intenso, gotico, girato quasi tutto di notte, ma al tempo stesso gradevole e ricco di scene d'azione.E' innegabile la tensione tra il fragore delle ferraglie e il crepitìo delle pallottole.

TERMINATOR non è solo o propriamente un film di fantascienza. E' un film che fa riflettere sull'epoca dell'industrializzazione, sulla cieca fiducia che gli uomini hanno riposto nelle scoperte scientifiche e nella strisciante ma progressiva affidamento della vita di tutti i giorni a macchine e computer.

Senza dimenticare teste mozzate, squartamenti e amenità da grand guignol.

Anche se ad Arnold Schwarzenegger James Cameron dà la più inutile delle raccomandazioni (non mutare mai espressione. Per onestà intellettuale bisogna dire che il personaggio che interpreta non richiede alcuna capacità recitativa nda) il film vale per la capacità di Cameron e gli effetti speciali che sono di prim'ordine per un film che è degnamente ritenuto un classico nel suo genere.