PANAREA

Panarea (Isole Eolie). Come si riempiono le spiagge d'estate. Sbarcano ogni venerdì dall'aliscafo frotte di giovani vacanzieri in cerca di sole, tette e cosce.

La graziosa Maria (Alessia Merz), subito tampinata dall'atletico Enrico (Daniel Quint), per poter strappare il permesso ai genitori, ha dovuto portarsi a rimorchio la disinvolta sorellina Claudia. La vistosa Alessandra (Hoara Borselli) ha invece il suo daffare nel tenere a freno gli ardori del tandem di pappagalli Luca (Massimo Bulla) e Riccardo (Alessandro Cozzani).

Tra un tuffo e l'altro, distrutta la villa della megafesta, sbocciano nuovi amori, che avranno il meritato sigillo notturno nella discoteca animata dallo scatenato capitan Cook (Bernardo Cherubini), il deejay che scandisce la vita dei ragazzi.

Chi si innamora, chi tradisce, chi è infelice. Eccetera.

Orfano una tantum del popolare Castellano (stavolta presente soltanto nelle vesti di sceneggiatore), il vecchio marpione Pipolo dirige con questo PANAREA una desolante commediola sentimental balneare.

In pratica rappresentativa di quanto di peggio si potesse trovare negli anni Novanta. Nell'ordine: pseudo-attori dalla recitazione da canile (dalla Merz alla Borselli) che stimolano il lancio di pomodori, la Macarena, dialoghi imbarazzanti, superficialità dilagante, le storielle intrecciate senza senso e l'abisso di cattivo gusto imperante in ogni scena.


Del penoso tentativo di aggiornamento di SAPORE DI MARE, che si consuma tra muscoli, canzoni, banalità, tette, cosce e parolacce in disordinata esposizione, non si salva niente.

Anche se bisogna dire che togliendo l'audio, qualcosina si guadagna.