ALPHA DOG

Claremont (California), 1999. Inutilmente il balordo fuori controllo Jake Mazursky (Ben Foster) chiede a papà e a mamma Olivia (Sharon Stone) gli ottocento dollari per saldare il debito che ha con lo spacciatore Johnny Truelove (Emile Hirsch), il capo branco (gli animali alfa sono capi indiscussi di un branco, hanno il privilegio di mangiare per primi e di accoppiarsi con le femmine nda), figlio del boss che tende i fili dall'esterno, Sonny (Bruce Willis).

A farne le spese è Zack (Anton Yelchin), il fratello quindicenne del debitore, rapito, improvvisando, dagli scagnozzi del capobanda e portato a Palm Springs: tranquillo, ti terremo qui in casa un paio di giorni, non di più, lo consola il ruvido guardiano Frankie Ballenbacher (Justin Timberlake).

L'ostaggio si lascia volentieri contagiare dalle zingarate degli allegri sequestratori, che però presto cominciano a fremere, la tensione cresce e Johnny e il suo gruppo oltrepassano il limite.

E anche la polizia non ha voglia di scherzare.

ALPHA DOG è un crudo e logorroico poliziesco ispirato a una tragica storia vera, la vicenda di Jesse James Hollywood (nel 2010 è stato condannato all'ergastolo) che sconvolse la California, diretto dal figlio d'arte Nick Cassavetes, che la tira troppo in lungo prima di arrivare al dunque.

Non si può negare che la tensione salga nel finale (infatti probabilmente il film ha ragione d'essere solo per l'ultima parte), ma il problema è che per un’ora abbondante i protagonisti fanno sempre le stesse cose (donne, droga, feste, insulti). Certo, trattandosi di pupazzi tatuati quasi sempre fatti non ci si può aspettare chissà cosa, ma a un certo punto sembra di ascoltare un disco rotto (Bello vieni al sodo!).

A proposito, se si togliessero i vaf e affini, il film, anziché due ore, durerebbe sì e no venti minuti.
Bisogna dire che il dramma esiste in Alpha Dog. Si annusa dal primo secondo (vedi i continui: testimone n. 1, n. 2 ecc.. a fianco dei personaggi che via via entrano in scena).
E la società (e la famiglia, primo nucleo della stessa) senza ideali, tangibile, confusa, ne esce distrutta.

Alpha Dog ha sicuramente un pregio.

È un film che racconta la piccola malavita losangelina di quartiere (delinquentelli più che malavitosi) senza obbligatoriamente parlare degli afroamericani, delle automobili che corrono a ritmo di Rap e delle armi spianate. Qui la musica Rap è presente, ma è utilizzata dai "Dogs" per emulare la cultura hip hop nativa, e il branco di ragazzi di origine Wasp, in cerca di dollari facili e con la testa piena di droga, è il risultato di capricci di famiglie benestanti o di padri irresponsabili.

Il fatto reale è utilizzato da Nick Cassavetes come pretesto per tentare un'analisi sociale utilizzando brevissime inserzioni di pseudo-interviste ai protagonisti: trucco velleitario che vorrebbe trasformare, con un studiato meccanismo ad orologeria, il classico film d'azione spettacolare e giovanilista in una cronaca-verità a sfondo sociologico. Ma il trucco da film impegnato non regge, e in effetti quel che si vede è solo una storia ben raccontata ma patinata, dove manca un senso etico profondo.

olivia wilde nakedIl regista sconfina poi nel divertimento facile e in una parvenza di ostentazione, con il tutto che chiaramente crea appeal verso il pubblico giovane, rinforzato dalla presenza di Justin Timberlake, idolo bianco dell' R'n'B, che non si comporta male, pur senza candidarlo all'Oscar.

Il vero pugno nello stomaco è Sharon Stone imbottita e imbruttita. Che spreco!

Olivia Wide invece ci regala un'unica scena nuda.