STRIPTEASE


Fort Lauderadale (Florida). La seducente impiegata dell' Fbi Erin Grant (Demi Moore), licenziata, si vede togliere dal tribunale la custodia della sua bimba, la figlia Angela, affidata all'ex marito chiaramente psicopatico Darrell (Robert Patrick).

Per mettere insieme i soldi che le consentano di riottenere l'affidamento della piccola, la piacente signora trova impiego in un topless bar dove balla seminuda tutte le notti, mostrando le gradevoli grazie agli avventori.

Le sue esibizioni attraggono l'attenzione di un deputato del Congresso, che è osteggiato da un altro appassionato ammiratore di Erin.

Invischiata in un delitto, passerebbe un grosso guaio senza il tenente Al Garda (Armand Assante).


STRIPTEASE è un dramma sentimentale patinato intriso di erotismo, di una loffia satira politica (i soliti politici corrotti nda) e semigiallo del regista Andrew Bergman che si aggrappa alle tette (siliconate?) e alle grazie (più o meno digitalmente corrette) della corvina Demi Moore (che portò a casa 12 milioni dollari per questa prestazione).

Trattasi di uno dei film che hanno trasformato Demi Moore in un'icona sexy, ma realizzato abbastanza malamente, malgrado gli audaci strip con pali, visto che non riesce a omogeneizzare tutte le sue componenti e la regia di Bergman conta poco o niente così come la descrizione degli ambienti o la cura dei personaggi.

Conta soprattutto la Moore, davvero splendida nei numeri da spogliarellista.










Per il resto, a partire da un Reynolds sul filo del ridicolo, il film è decisamente mediocre e alla lunga rischia di diventare tedioso. Inoltre la melassa di cui viene intrisa l'ultima parte del film è davvero eccessiva.

Gli happy end a volte fanno piacere, ma c'è un limite a tutto.