PLANET OF APES - IL PIANETA DELLE SCIMMIE

Usa, 2029. Chissà come la capsula di ricognizione guidata da una scimmmia è risucchiata in una tempesta magnetica, un vortice spazio-temporale, dove finisce anche il capitano Leo Davinson (Mark Wahlberg) invano proteso all'inseguimento del collega su una seconda navetta.

Precipita così, dopo un viaggio secolare, su uno strano pianeta, in cui gli esseri umani, regrediti a uno stadio trogloditico, sono schiavi dominati da gorilla e babbuini parlanti.
Una volta catturato, le sue sole speranze risiedono nella simpatia che la scimpanzè scienziata Ari (Helena Bonham Carter) ha per i sottomessi.

Questa lo asseconda nella fuga, mentre prepara la ribellione contro il dittatore in carica, il crudele generale Thade (Tim Roth).

Sarai tu il nostro capo contro le truppe degli oppressori, che implacabilmente li braccano. E adesso dobbiamo tornare sulla Terra.

Geniale sorpresona finale.

Fantasmagorico kolossal diretto dal re delle immagini in libertà, Tim Burton, che con l'aiuto degli immancabili effetti speciali, tenta la via satira, sbertucciando (è proprio il caso di dirlo) le smanie dell' uomo colonizzatore, facendo la sua lettura del pianeta delle scimmie diversa da quella del film del 1968 da cui trae ispirazione di Franklin J.Schaffner con Charlton Heston.

Atmosfera molto cupa e orwelliana, trasformazioni prodigiose degli attori e ritmo incalzante, gli aspetti positivi del film.

Purtroppo Walhberg (abbastanza opaco). Non solo non è Heston, e si vede, ma non è proprio l'attore ideale per questo ruolo (esce schiacciato dal confronto con i personaggi "scimmieschi") e il film dura un po' troppo, così che alla fine aleggia la noia.