I CENTO PASSI

Cinisi (Palermo), fine anni Sessanta. Nel piccolo paese siciliano la mafia domina e controlla la vita quotidiana oltre agli appalti per l'aeroporto di Punta Raisi e il redditizio traffico di droga.

Il giovane idealista Peppino Impastato (Luigi Lo Cascio), detesta gli amici di papà (Luigi Maria Burruano), intimo del boss Tano Badalamenti (Tony Sperandeo), che abita a cento passi giusti da casa sua. Una distanza minima, i balconi quasi si guardano: eppure, quei cento passi dividono due concezioni opposte del mondo. La vita contro la morte, il futuro contro il passato, il desiderio di cambiare contro la monolitica, asfissiante cappa della società tradizionale.


Così il temerario ragazzo, entrato nel vortice della contestazione, si batte con i contadini, s'avvicina per poco al Pci, fonda un giornale, poi una radio, da dove sferza con l'arma dell'ironia i notabili locali e combatte speculazioni e connivenze.
Il padre lo ripudia, solo mamma Felicia (Lucia Sardo) gli resta vicina.

Bum! Si è suicidato, signora mia.

Appassionante e coraggioso dramma sociale di Marco Tullio Giordana, I CENTO PASSI è la cruda storia vera di un militante di sinistra che aveva osato denunciare innominabili collusioni mafiose lanciandosi in una guerra impari e perdente (ma l'onore è salvo).

L'ideologia rossa è ben marcata (pura propaganda la chiusura con le bandiere rosse e i pugni chiusi del funerale di Impastato. Inoltre la divisione manichea tra comunisti e mafiosi è alquanto stucchevole), ciò non toglie che sia un ottimo film di denuncia sociale, perfino toccante.

Basta guardarlo con gli occhiali giusti, quelli che non mitizzano.