ASINI

Milano. Il candido Italo (Claudio Bisio), che ha quarant'anni, vive ancora con mamma e zia ed è stancamente fidanzato (dal Liceo) con la dogsitter Rita (Maria Amelia Monti), coltiva con ardore la sua unica vera passione, il rugby.

L'età, come per tutti, pesa e quando l'allenatore lo fa accomodare in panchina, l'ex giovane si trasferisce in un convento-orfanotrofio tra le Marche e la Romagna, una località isolata.
Qui il frate francescano Anselmo (Renato Carpentieri) dirige con l'aspirante veterinaria Anna (Giovanna Mezzogiorno), che pare una suora, una squadra di somari, a due (gli scolari) e a quattro (i ciuchini) zampe.

Il nuovo insegnante di ginnastica, dopo un primo momento di spaesamento, farà breccia nel cuore degli allievi della comunità e darà battaglia a un alto prelato (Arnoldo Foà) più simile ad un palazzinaro che a un vescovo, che nell'esplosione di megalomania edilizia vuol edificare ai danni dei prati e delle vecchie pietre un pomposo complesso turistico-devoto chiamato "La città di Dio",riuscendo nell'intento di aiuterà gli 'asini' che la compongono a trovare regole di vita e a difendersi dai soprusi.

Fragile e graziosa favola surreale, dalla comicità mordace e sicuramente originale, visto che non si erano mai viste al cinema (almeno tutte insieme), oltre le cose suddette: vecchi somari malandati rifiutati da tutti e bambini asini pluribocciati accolti in un convento rurale, frati francescani ispirati ( Serve la semplicità, per onorare il Signore), una dog-sitter incinta, la fantastica danza dei rugbysti Maori, il gioco dei sensi (per comprendere gli altri, a turno ci si finge per un po' sordi, ciechi, muti, zoppi), una ex rammendatrice riciclata a fare strappi sui jeans, un quarantenne senza arte né parte, una squadra di rugby milanese.

Interessante anche il quesito, risolto dalla storia con una metafora paradigmatica della vita: che senso hanno in una società proiettata verso il terzo millennio gli asini? Apparentemente nessuno, sono tra gli animali più strani, bizzarri ed ostinati, negli ultimi tempi perfino fuori moda. Nonostante questo gli asini possono insegnare (o ricordare) uno dei valori più importanti in assoluto: la semplicità, appunto, concetto antico e ingiustamente trascurato dalla frenetica società di oggi, tutta improntata da una logica selvaggia di mode passeggere e consumismo indiscriminato.

Scritta e sceneggiata anche dal simpatico protagonista, che all'umorismo un pò folle abbina qualche inutile caratterizzazione nelle figure di contorno, senza rinunciare a qualche poetica banalità nel rapporto tra bambini ed adulti oltre che quel poeticismo ambientalista alla Celentano, da maneggiare con cautela.

Claudio Bisio è sicuramente il migliore in campo, Giovanna Mezzogiorno ampiamente la più carina. Cameos estemporanei di Valerio Mastandrea e, direttamente dagli Elio e le Storie Tese, Elio e Rocco Tanica, che ha curato tra l’altro la (bella) colonna sonora.