OH, SERAFINA!

L'industrialotto dei bottoni Augusto Valle (Renato Pozzetto) si ritrova per moglie la poco fedele Palmira Radice (Angelica Ippolito), odiosa e avida.

La donna, che ha sposato per interesse il placido capitalista, riesce a farlo rinchiudere in manicomio, concedendosi al sindaco (Gino Bramieri) e non solo.

Qui però Augusto non si trova poi tanto male, visto che conosce l'amore, vero, della sua vita nelle forme piacenti della ricoverata Serafina Vitali (Dalila Di Lazzaro), dolce e ribelle. I due si innamorano, riescono a uscire dal manicomio e iniziano una vita nuova e felice.

Tratto da un romanzo di Giuseppe Berto, OH, SERAFINA! è una favola moderna con ampie venature ecologiste diretta da Alberto Lattuada con ingredienti d'ogni genere.

Infatti si va dalle gag d'avanspettacolo alle zampate contro il conformismo (senza graffiare troppo), attraversando un catalogo di sequenze erotiche poco significative nel contesto di un film del genere.

Insomma una mattonata costituita da un insopportabile miscuglio di vaniloqui ecologisti alla Celentano predicatore, e di commediola di provincia grottesca, molto amara e poco divertente.

Renato Pozzetto, pur con le sue note aperture surreali, è sprecato nei panni di un novello San  Francesco come qualche lieta apparizione del cast (Gino Bramieri, Carlo Giuffrè).


La Di Lazzaro di una bellezza accecante e con tanta roba in vista (e almeno i maschietti non hanno da lamentarsi), infatti fu addirittura vietato ai minori di 18 anni.

Film "scivoloso", nel senso che è difficile acchiapparne il significato.