FUORI ORARIO

New York. L'introverso e ordinatissimo tecnico di computer Paul Hackett (Griffin Dunne) incontra al bar l'effervescente Marcy (Rosanna Arquette).

La ragazza lo invita a casa nel quartiere di Soho e gli presenta la lugubre quanto sciroccata amica Kiki (Linda Fiorentino), una scultrice che invece della creta per le sue creazioni artistiche usa la comunissima carta di giornale.

Queste sono matte, pensa l'impaurito giovanotto, scappando sotto la pioggia a Soho, con gli ultimi 97 centesimi rimastigli in tasca.

Ma la notte decisamente più incredibile della sua vita è solo all'inizio, in una sarabanda di incontri ed avvenimenti fuori dall'ordinario.

Si lascia circuire da svariate bionde fuori di testa, è testimone di un delitto, viene scambiato prima per un ladro poi per una statua.

Sarà la chiave per la libertà e la fine del surreale viaggio negli inferi della metropoli.

FUORI ORARIO  è una pazza commedia che si srotola nell'arco di una notte in cui il disimpegnato Martin Scorsese si diverte a far scontrare, in maniera volutamente sgangherata, il placido tran tran dell'americano medio e gli incontrollabili "animali notturni" dei quartieri malfamati della metropoli, catapultando il personaggio in un mondo non suo.


Soho come la massima espressione dell'incubo metropolitano, dove si materializzano tutte le paure, le angosce e le ansie più recondite. Un luogo che ha le sue regole le sue leggi, che al calare delle tenebre entrano in gioco.

Il regista torna, alla sua maniera, agli inferni urbani di "Mean Streets" e di "Taxi Driver", ma con meno astio e più ironia.

Una delle grandi commedie nere degli anni '80, buffa, quasi sempre eccessiva, e la sensazione che si prova alla fine del film, quando si vede albeggiare, è una sensazione di tristezza, di malinconia.

Perchè quella passata era una notte di "vita".