PANE, AMORE E FANTASIA

Nell'immaginario paesino di Sagliena, Italia centrale. Il nuovo maresciallo dei carabinieri, il brizzolato eppur ancora focoso Antonio Carotenuto (Vittorio De Sica) si prende una cotta da non credere per la ruspante Maria (Gina Lollobrigida), orfana e povera, detta la Bersagliera, di una bellezza giovane e spavalda.

La contadinella tiene sulla corda il maturo dongiovanni al pari dei molti spasimanti, ma è innamorata del timido e sprovveduto appuntato veneto Pietro Stelluti (Roberto Risso), concupito anche dalla nipote del parroco.

Ma l'amore, dopo aver spinto il rinsavito graduato ad assumere pose da dongiovanni, lo induce poi ad accenti così paterni da fargli favorire un incontro fra la bella e il suo innamorato cui segue, naturalmente, la promessa di matrimonio. Il maresciallo, così, dovrà sacrificarsi?

No, c’è amore anche per lui: Annarella (Marisa Merlini), la levatrice burbera di fuori e tenera dentro, gli ha fatto gli occhi dolci, lui li ha fatti a lei, e alla fine, nonostante qualche ostacolo da superare, avranno anche loro di che star contenti: anziché pane, confetti.

Campione d'incassi della stagione 1953-54, Orso d'argento al Festival di Berlino 1954, PANE, AMORE E FANTASIA è un delizioso bozzetto d'autore diretto da un Luigi Comencini bonario e sorridente, che racconta una favoletta, fresca di umorismo ed allegria, con piacevole brio.

L'opera rilanciò l'irresistibile De Sica caratterista, premiò la Lollobrigida, in un ruolo che le calzava come un guanto, con impeto ed ardore, che ebbe il Nastro d'argento, n. 1 del divismo femminile italiano e, per finire, fu il primo successo di Comencini.

Ma come dimenticare tra i superlativi interpreti la brontolona cronica Tina Pica (la stizzosa serva padrona Caramella)?