L'UOMO PERFETTO

Milano. Tra due mesi mi sposo con Paolo (Giampaolo Morelli), rivela l'artistoide apparentemente svampita Maria (Gabriella Pession) all'eterna amica del cuore Lucia (Francesca Inaudi), creativa in un'agenzia di advertising.

Senza nemmeno immaginare che l'altra è da sempre innamorata dell'avvocatino.

Sin da quando era un bambino cicciottello e sfigato, ben prima quindi della trasformazione in un ragazzo appetibile su piazza.

Glielo devo portare via, giura a se stessa, e colpita dal fascino dell'aspirante fotomodello Antonio (Riccardo Scamarcio), lo ingaggia per quattromila euro affinche seduca la promessa sposa e le lasci campo libero.

Lo spiantato bel tenebroso, mal sopportato ospite dello scontroso cognato divorziato Simone (Giuseppe Battiston), si mette all'opera, dopo una full immersion di conoscenza delle abitudini della promessa sposa, telecomandato dalla pubblicitaria, e fa presto breccia nell'inconsapevole vittima.

Ma il destino cambia spesso le regole del gioco.

L'UOMO PERFETTO è una commedia sentimentale, magari fragile, ma sicuramente disinvolta e non pretenziosa del recidivo Luca Lucini, regista pubblicitario, che aveva già mostrato di avere un debole per gli amori adolescenziali ("Tre metri sopra il cielo"), che stavolta sfrutta al meglio le sue capacità e una storia come tante con tuttavia diversi momenti divertenti.

Gli attori sono naturali ed esprimono con ironia e sentimento i loro ruoli. L'imperfetta ma estremamente affascinante Francesca Inaudi e il bel tenebroso Riccardo Scamarcio, passabile nel ruolo del finto cinico pronto a cadere cotto come una pera, ci concedono sorrisi nelle sequenze dell' "insegnamento".

Mentre una sexy Gabriella Pession fa la finta svampita persa nel suo mondo di teatro pallosamente impegnato e Feng Shuei.

Una sexy Gabriella Pession
Lucini dipinge una Milano grigia, piovosa e claustrofobica utilizzando la macchina da presa con sapienza ( e qualche bella intuizione) senza ostentare agilità costruite da pubblicitario e racconta il suo mondo con i macchiettismi tipici.

Il triangolo-quadrato amoroso procede con leggerezza evitando di toccare crisi generazionali e ideologiche, lasciando immaginare solo "baci rubati".

Per un risultato finale assolutamente godibile.