SETTE ANIME

Fine dei titoli di testa. Un respiro affannato e i bip dei tasti, poi una voce flebile, quella di un uomo che al telefono chiama un'ambulanza. «Qualcuno si è suicidato» dice. «Chi?» chiede l'operatore. «Io» risponde l'uomo.

Los Angeles. Le acque blu del mare solcate da un nuotatore in controluce, mentre la voce fuori campo dichiara: «In sette giorni Dio ha creato il mondo, in sette secondi io ho distrutto il mio

Ha una lista di sette nomi, altrettante persone che potrebbero aver presto bisogno di lui, il malinconico manager aerospaziale Ben Thomas (Will Smith), sposato con Sara.
Ma perchè è tormentato da quel giornale che riporta la notizia di un incidente stradale con tuttui quei morti?

E come mai si finge un agente delle entrate quando avvicina la bella tipografa Emily Posa (Rosario Dawson), che è in attesa di un trapianto urgente per una malformazione cardiaca?

Che strano tipo, ha regalato la splendida villa con altrettanto splendida vista sull'oceano a una certa Connie, una messicana con due bambini piccoli, picchiata dal fidanzato, per rifugiarsi in uno squallido motel di infimo ordine.

Allora, pover'uomo?

SETTE ANIME è un aggrovigliato, toccante e coinvolgente melodramma del regista Gabriele Muccino, che torna sul luogo del delitto, Hollywood, ancora per dirigere Will Smith che interpreta il suo ruolo al meglio, cercando di dare un tono duro e allo stesso tempo fragile interiormente al personaggio, in una storia d'amore e disperazione. E di riscatto spirituale, un riscatto che metta a tacere il dolore provocato e il rimorso patito.
Rendendo al meglio l'idea del peso della scelta di un uomo lungo il cammino della redenzione.

Muccino è in grado di elaborare ogni aspetto della messinscena, Will Smith è un virtuoso della recitazione e la partner Rosario Dawson possiede una presenza strepitosa, da togliere il fiato.

Non so se definirlo capolavoro o se mettere l'accento sulle fatto che sia implausibile e sdolcinato. Come un sogno. Ma siamo al cinema. Che è un pò la stessa cosa.

Non trovate?