IO VI TROVERO'

Parigi. Appena messe piede fuori dall'aeroporto, la candida americanina Kim (Maggie Grace) e la sua più disinvolta amica Amanda sono avvicinate dall'affabile sconosciuto Peter, che propone di dividere il costo della corsa del taxi fino in centro.
Ma quando le ragazze sono in casa, ecco irrompere un gruppo di malavitosi albanesi, che la prelevano senza tanti complimenti.
Il clan commercia in prostitute per venderle al miglior offerente.

Aiuto, papà, fa in tempo a mormorare al cellulare.

Che strazio per il povero padre,l'ex agente segreto Bryan (Liam Neeson) ora gorilla part-time, costretto ad ascoltare impotente.
L'aveva fiutato il pericolo, anche se poi si era lasciato convincere dall'ex moglie Lenore (Famke Janssen) a dare alla figlia diciassettenne, che vive con la madre e il facoltoso patrigno in una lussuosa villa a Los Angeles, il permesso per la vacanza all'estero.

Bryan sa che ha le ore contate per mettersi sulle tracce dei criminali e ritrovare Kim.
Prende il primo volo e si getta alla caccia.

Poveri cattivi, ne farà polpette.


L'operatore e direttore alla fotografia di Luc Besson, Pierre Morel, torna a dirigere un film scritto e prodotto dal maestro francese, irriconoscibile, in un film violento e convulso, una storia di rara inverosimiglianza, con al centro una tratta delle bianche da destinare a facoltosi e viziosi sceicchi.

Se, infatti, la presenza nel cast di Liam Neeson e il soggetto gravoso del film fanno sperare in un prodotto autentico, il personaggio interpretato dall'ex Oskar Schindler, che è ritratto come una sorta di antieroe imbattibile e incorruttibile neanche fosse Jack Bauer in 24, uccidendone suppergiù una cinquantina, riportando solo una scucitura sull'impeccabile vestito.

IO VI TROVERO' assume quindi le sembianze del popcorn action movie amato da Besson e trova nella figura di Liam Neeson un volto poco credibile e un corpo impreparato all'azione tutta cazzotti e sparatorie. Se Bryan fosse stato portato sullo schermo da un attore come Bruce Willis i conti sarebbero tornati, ma senza l'ironia di un attore abituato ai tempi ironici e alla leggerezza del genere finisce per sembrare un prodotto geneticamente modificato.