DELITTO AL BLUE GAY

Roma. Al Blue Gay, localino fuori dagli schemi che propone arditi (oggigiorno più consueti) spettacoli di cabaret con protagonisti dei travestiti, viene trovato morto, strangolato, un attore (secondo il quotidiano "La Repubblica" un'attrice. Ma quelli sono affetti da politicamente corretto. Anche contronatura), tale, per la Questura, Livio Sandulli, per tutti i suoi ammiratori semplicemente Nadia.

Il barbuto ispettore Nico Giraldi (Tomas Milian) sospetta della primadonna, tale, per l'Anagrafe, Alfredo Melli, in arte semplicemente Colomba Lamar, sulla cui pista l'ha messo il suo informatore, il malleabile Venticello (Bombolo), disposto anche ad ospitare il poliziotto, in crisi per gli strepiti notturni della neonata.

Infiltratosi nell'ambiente gay romano e bazzicando il locale, la scena dell'omicidio, il piedipiatti simula tanto bene una cotta per l'indiziato, che la gelosissima e sospettosa moglie Angelina (Olimpia Di Nardo) chiede la separazione.

Finchè le indagini lo portano sulle tracce di un ambiguo regista tedesco, in quello che sembra un intrigo internazionale con il coinvolgimento nientemeno che del KGB, il temibile spionaggio sovietico, e la Germania Est

DELITTO AL BLUE GAY è l'ultima avventura di Tomas Milian in divisa, nelle vesti di Nico Giraldi, poliziotto romano dal cuore d'oro e i modi burberi, in un poliziottesco comicarolo-trasteverino, un modesto giallo di borgata, abbastanza sguaiato.

Le parolacce, a raffica, sono intervallate da rumori corporali di ogni tipo, di cui si fa portavoce il povero Bombolo, una carriera spesa a far rumori e a prendere sberle.
Regalando qualche risata.