TROY

Sparta, 1200 avanti Cristo. Il principe troiano Paride (Orlando Bloom), ospite maleducato, si spupazza la bellissima Elena (Diane Kruger), moglie dell'anfitrione, il re Menelao.
Poi la rapisce, facendo infuriare sia il più saggio fratello maggiore Ettore (Eric Bana), sia il marito cornuto, che chiede aiuto all'ambizioso fratellone, il re Agamennone (Brian Cox).

Il quale se ne frega di tutta la vicenda (cognata compresa) ma non gli par vero di annettere Troia ai suoi già vasti possedimenti.

Così cinquantamila uomini sbarcano davanti alle mura della città: il centravanti di sfondamento è Achille (Brad Pitt), valoroso oltre facilmente infiammabile.

Riuscirà l'angoscito re Priamo (Peter O'Toole), che è stato costretto ad andare a chiedereal prode Achille la restituzione del corpo del figlio, a salvare la sua città?

Il mito di Troia, fortezza inespugnabile; il coraggio di Ettore, eroe, marito e padre esemplare; l’arte e la tecnica guerriera di Achille, invincibile combattente; la colpa e la bellezza di Paride e di Elena; l’astuzia di Ulisse e l’inganno del cavallo; la boria di Agamennone e la dignità di Priamo; fattori che arricchiscono la vicenda e con i quali Omero ha, a suo tempo, ricamato sulla verità storica del fatto; questi elementi nello spettacolare e avvincente kolossal del regista tedesco Wolfang Petersen ci sono, e sono anche esposti in maniera ordinata ed apprezzabile, pur rimanendo fedele alla storia di Omero quanto Elena al suo consorte.

I canoni hollywoodiani sono presenti in TROY meno che in altri film del genere (IL GLADIATORE, per esempio) la più celebre guerra di sempre è infatti combattuta (riducendola a un fulmineo blitz, purtroppo) e mostrata nella sua ferocia più attraverso i tormenti emotivi di Achille e di Ettore che non per mezzo di immagini a tutti i costi sanguinolente.

Il computer, come sovente accade, fa gli straordinari lasciando un dubbio: sono davvero autentici i bicipiti e la "tartaruga" sfoggiati dal bel Brad Pitt?