TANGO & CASH

Los Angeles. Difficile trovare due poliziotti tanto diversi nella squadra narcotici. Il primo, Ray Tango (Sylvester Stallone) è elegante (porta volentieri giacca e cravatta), meticoloso, investe in Borsa; l'altro Gabe Cash (Kurt Russell) è un trasandato capellone, irruento e indossa soltanto jeans e maglietta.

Chiaramente la cosa non fa piacere ad entrambi quando il capitano li accoppia per incastrare un potente narcotrafficante, Yves Perret (Jack Palance). Questi ha gli appoggi giusti e riesce facilmente a metterli in mezzo, facendoli arrestare per un omicidio mai commesso.

Finiti in un carcere, prendono tante botte da riempire due film, ma una volta evasi regolano i conti, restituendole con interessi da banca (da usuraio, per capirci).


Movimentato e violento poliziesco del sovietico Andrej Konchalovski (A trenta secondi dalla fine) che ripercorre strade largamente battute facendo un fritto misto di Arma letale, Cobra, Sorvegliato speciale, Miami Vice e tecnologia da James Bond messe in scena con l'alibi della lotta contro la droga.

Prodotto dalla Warner al costo di 55 milioni di dollari, dicono. S'ignora come e perché il regista si sia imbarcato nell'impresa, anche se si sa che ne uscì per dissensi con i produttori, lasciando che le riprese fossero terminate da Peter McDonald, regista della 2ª unità.


Unico plauso al leggero senso dell'umorismo che permea il film e a Sylvester Stallone che, sorprendentemente, riesce bonariamente a prendere in giro il suo personaggio.