TAKING CHANCE - IL RITORNO DI UN EROE

Stati Uniti, aprile 2004. Le truppe statunitense sono nel pieno delle operazioni belliche sul teatro mediorientale e dall'Iraq arrivano anche gli effetti tragici del conflitto, come i corpi dei soldati caduti in battaglia.

Il tenente colonnello dei marines Michael Strobl (un ispiratissimo Kevin Bacon, giustamente vincitore di un Golden Globe per questo ruolo), veterano della spedizione Desert Storm e con 17 anni da militare alle spalle, si offre volontario per svolgere l'incarico di scortare nel natio Wyoming, nel paesino di Dubois, i resti del diciannovenne soldato semplice marine Chance Phelps, ucciso durante un conflitto a fuoco in Iraq.

Nel corso del viaggio, l'ufficiale, combattendo anche con i rimorsi che si porta dentro per non essere partito anche lui per la guerra, riparandosi dietro una scrivania per rimanere con la famiglia, annoterà sul suo diario le proprie emozioni e racconterà delle dimostrazioni di profondo rispetto e deferenza da parte dei civili americani incontrati nel tragitto nei confronti del giovane Phelps, che non ha mai conosciuto da vivo.

Selezionato dal Sundance Film Festival 2009 TAKING CHANCE è un film drammatico e intimista che ha come sfondo la guerra in Iraq. Dal 2003 a oggi, a ostilità tuttora in corso, i lungometraggi dedicati all'intervento militare angloamericano nell'ex regime di Saddam Hussein sono stati molteplici, il più delle volte realizzati con l'intento, non troppo velato, di criticare la politica dell'amministrazione guidata da George W. Bush.

Diretto da Ross Katz (produttore di “Lost In Translation” e “In The Bedroom”) e interpretato da un Kevin Bacon in grande spolvero, “Taking Chance” si distingue nettamente dalle altre pellicole dedicate al conflitto iracheno.

In soli 78 minuti, asciutti e grondanti di onore e rispetto, il film racconta, passo dopo passo, il viaggio compiuto dall'ufficiale per accompagnare la salma del marine.

Una reale esperienza da lui prima raccolta e pubblicata online, sulla quale si sono quindi basati gli sceneggiatori, che fa menzione delle laboriose procedure previste per queste occasioni dal protocollo militare, della testimonianza delle numerose e spontanee manifestazioni di commozione e cordoglio da parte dei cittadini incontrati durante il percorso e, infine, del dolore provato dai familiari di Phelp.

La vicenda di Strobl, marine abituato a combattere le proprie battaglie da dietro una scrivania, trovatosi per sua stessa scelta a scortare i resti di un soldato che non aveva mai incontrato (ma del quale avrebbe fatto la conoscenza grazie a quella toccante esperienza) serve a raccontare le altre migliaia di storie di soldati americani rimasti uccisi in missione e i loro conseguenti - silenziosi e spesso volutamente ignorati - rientri a casa.

“Taking Chance” risulta così una elaborazione di un quasi quotidiano e mai celebrato lutto nazionale, un “tributo a tutti gli uomini e le donne che hanno dato la loro vita nel servizio militare”, come si legge nella sinossi ufficiale della rete HBO, da dedicare ai caduti e alle loro famiglie. Una produzione del tutto scevra da influenze politiche, che ha voluto porre la luce dei riflettori su una parte della guerra che, sovente, viene trascurata dai più.

Un film che, sebbene privo di scene animate da combattimenti armati o da scontri politici, sebbene estraneo ad alcune consuetudini del cinema (la trama è appena accennata, i dialoghi sono ridotti al minimo, non sussiste alcun conflitto protagonista-antagonista) riesce a essere probabilmente il miglior film dedicato alla guerra in Iraq finora realizzato.

Una piccola quasi perfetta gemma, soprattutto a chi, come me, è stanco di produzioni politicizzate, piagnucolosamente pacifiste o squisitamente anti-Bush.

Insomma, finalmente Hollywood in questo film fuori dal fronte, con questa storia vera e toccante, ha raccontato la guerra in Iraq nel modo giusto, chiedendo semplicemente comprensione e rispetto per coloro che si sacrificano per il proprio Paese, al loro valore e al dolore delle loro famiglie.