POSEIDON

Notte di Capodanno. Il lussuosissimo transatlantico Poseidon naviga al largo del Nord Atlantico, con i suoi 800 scompartimenti e i 13 ponti.
I festeggiamenti di prassi sono già iniziati.

Nel frattempo, sul ponte, il primo ufficiale sta esplorando l'orizzonte, quando vede un'onda: un mostruoso muro d'acqua alto più di cento di metri, che si sta avvicinando a una velocità pazzesca.

I tentativi di eseguire una manovra per evitare l'impatto sono ammirevoli ma inutili: oramai è troppo tardi.

Zac, l'onda anomala si abbatte sulla nave con una forza mostruosa e la fa capovolgere.

Da una parte l’acqua che entra da ogni buco, dall’altra gli incendi causati dalla rottura delle tubature.

Restiamo qui, ordina il capitano Bradford al centinaio di superstiti sparsi nella sala da ballo, rimasta miracolosamente intatta.

Ma l'ex sindaco di New York Robert Ramsey (Kurt Russell) non è d'accordo: meglio cercare una via di fuga.
E se ne va verso l'alto con altri nove compagni di sventura: la figlia Jennifer (Emmy Rossum), il suo fidanzato Christian, l'architetto gay Richard (Richard Dreyfuss), la trepidante signora Maggie (Jacinda Barrett) con il piccolo Connor a rimorchio, la clandestina Elena, il cameriereValentin e i biscazzieri Dylan (Josh Lucas) e Lucky (Kevin Dillon).

Lunga e lastricata di pericoli sarà la strada verso la salvezza.

Dopo U-Boot 96 del 1981 e LA TEMPESTA PERFETTA del 2000, il regista Wolfang Petersen conclude con POSEIDON la sua trilogia sull’acqua in uno spettacolare e inutile rifacimento di un celebre kolossal catastrofico del '72, tanto apprezzabile per gli strabilianti soliti effetti speciali che, uniti a una realizzazione tecnica spesso superba, garantiscono alcuni (pochi) momenti visivamente emozionanti, quanto sciatto nella descrizione dei personaggi.

Manca del tutto il senso dell’epica e la fase iniziale, fondamentale per affezionarsi ai protagonisti e dare loro spessore sul piano narrativo, è troppo veloce e sbrigativa.

Tra crolli, fiammate, inondazioni, gli sbiaditi, imprigionati in ruoli scontati e banali, ma impavidi protagonisti nuotano sott'acqua e volteggiano tra le macerie meglio di Tarzan. Non li aiutano ad acquisire credibilità, né aiutano il film ad aumentare il ritmo, i dialoghi.