L'ULTIMA LEGIONE

Roma, 460 dopo Cristo, Basso Impero. Rimane senza parole il dodicenne Romolo Augusto (Thomas Sangster), ultimo erede della dinastia dei Cesari. Mentre sta per essere incoronato, gli invasori Goti comandati da Odoacre gli uccidono i genitori, distruggono la città e lo confinano in catene a Capri.

Nell'inespugnabile fortezza è imprigionato anche il suo misterioso precettore, Ambrosinus (Ben Kingsley). Uno sparuto manipolo di fedelissimi, guidato dal valoroso Aurelio (Colin Firth), e con l'aiuto della bella guerriera indiana Mira (Aishwarya Rai), inviata speciale dell'Imperatore d'Oriente, piomba sull'isola per la pericolosa missione di salvataggio: è l'inizio di una grande avventura.

Liberato il Cesare infatti si parte tutti per la Britannia per ricompattare la gloriosa nona legione e marciare su Roma.

L'ULTIMA LEGIONE è uno spettacolare e ingenuo kolossal fantastorico, tratto dall'omonimo romanzo di Valerio Massimo Manfredi (trasposizione non particolarmente libera visto che lo stesso Manfredi ha partecipato alla sceneggiatura) che, compiendo incredibili acrobazie tra i secoli, appiccica la fine dell'Impero romano alla leggenda di re Artù (Ambrosinus diverrà nientemeno che Mago Merlino).

Purtroppo il film, severamente sconsigliabile agli studenti, nonostante il risultato finale non sia del tutto disprezzabile, non riesce a lasciare impresso nell'animo dello spettatore alcuna emozione particolare, limitandosi a vivacchiare per un'ora e mezza in un limbo costituito da battaglie non particolarmente spettacolari (a parte l'ultima, che offre un surplus di emozioni grazie al colpo di scena finale), qualche bel paesaggio (Slovacchia e Tunisia), dialoghi piuttosto banali e atroci, ma fortunatamente sporadici.

Il cast vede anche la presenza nell'ex Miss Mondo, effettivamente bellissima, Aishwayra Rai, che però non ha il suo pezzo forte nella recitazione.

Il regista Doug Lefler inoltre spreca malamente la possibilità di approfondire i personaggi e soprattutto lo scenario storico e politico nel quale si trovano ad operare: epifanico è il viaggio in Britannia, potenzialmente un volano perfetto per scavare nella psicologia dei protagonisti e invece messo in scena a velocità supersonica.

Totale: "L'Ultima Legione" è un film piatto e dalle scarse emozioni, che delude le premesse.