INSIDE MAN

Inside Man Spike Lee
New York. Fingendosi imbianchini quattro rapinatori capeggiati dal misterioso Dalton Russell (Clive Owen) irrompono nella Manhattan Trust di Wall Street. I cinquanta ostaggi, tra impiegati e clienti della banca, sono obbligati a indossare tute bianche identiche a quelle dei banditi: geniale trovata, visto che (soprattutto per i tiratori della S.W.A.T.) è impossibile distinguerli.

Il capobanda spara richieste spiazzanti e sempre diverse al detective Keith Fraizer (Denzel Washington), lo stiloso e brillante negoziatore, che instaura il classico rapporto telefonico con l'autore del sequestro: forse i sequestratori puntano a qualcos'altro, oltre ai dollari.

Perchè l'anziano banchiere Arthur Case (Christopher Plummer) è esageratamente preoccupato? E da chi è stata mossa a difesa delle istituzioni la spregiudicata mediatrice Madeleine White (Jodie Foster)? Chissà se il poliziotto è davvero incorruttibile.

In una struttura da noir classico si dipana questo intrigante poliziesco del multiforme regista Spike Lee, con il suo marchio di fabbrica. I movimenti di macchina, i carrelli, la fotografia, i riferimenti al razzismo, l'uso spropositato delle parole, sono elementi perenni del suo cinema che esprime emozione, attraverso i contrasti e l'onanistico utilizzo della macchina da presa.

Perfetto nella sceneggiatura intelligente e su un copione davvero originale pur su un tema molto sfruttato (e questo rafforza ancor di più la bontà dell'Idea), intoccabile nella cura dei particolari (il gessato bruciato, il cappello avana, la camicia bianca e la cravatta regimental oro e blu di Denzel sono classe pura), ricco nella regia che culmina nel piano sequenza all'interno della banca, Spike si diverte a giocare al gatto col topo con lo spettatore, sballottato dentro (e fuori) la banca da ripetuti falsi indizi, ma pronto ad applaudirne il sorprendente finale. Da antologia.

INSIDE MAN è vero cinema.

Ultima nota: eccezionale l'attacco con musica che ti schianta sulla poltrona, forse un pò troppo in vista il marchio Chevrolet del furgone e poi gli altri del gruppo GM. A qualche compromesso deve pur scendere anche Spike.