BEVERLY HILLS CHIHUAHUA

Los Angeles. Ti affido la mia piccola Chloe, una cagnetta chihuahua decisamente viziata, raccomanda (o meglio impone) la manager Viv (Jamie Lee Curtis), prima di volare in Europa, alla nipote Rachel (Piper Perabo).

La ragazza scorda subito la promessa e va a zonzo con due amiche, mentre la cagnetta, malgrado i gadget a disposizione si sprechino, ivi compreso un collare tempestato di diamanti (ma siamo a Beverly Hills quindi...)esce dalla villa a curiosare un pò.
Mal gliene incoglie, perchè finisce nel vicino Messico tra le grinfie del cinico Vasquez, un losco figuro che prima la vuole impegnare nei combattimenti clandestini di cani e poi la fa inseguire da un dobermann, il feroce El Diablo, perché si sono accorti del prezioso collare.

Per fortuna il coraggioso e saggio pastore tedesco Delgado la sottre alle fauci del dobermann con l'aiuto di Papi, chihuahua maschio innamorato, che appartine a Sam (Manolo Cardona), giardiniere della villa di Viv che ha aiutato nella ricerca la temporanea padroncina.

Buffa commedia animalista Disney (quindi per bambini) che mette in pista la bellezza di duecento e passa simpaticissimi cani (parlanti, grazie al doppiaggio) perfettamente addestrati, pronti a rubare la scena agli attori adue gambe, ben consci di essere semplici comprimari.

Siccome però oggi non bastano più diverse razze di cani fatte parlare grazie al computer per raccontare una storia di solidarietà animale, occorre creare un contesto. Il contesto è quello alla Paris Hilton (che non casualmente suscita resse da stadio quando appare, per i più disparati e futili motivi) con glamour e gadget per amici dell'uomo a quattro zampe a profusione. Che poi Chloe inizialmente subisca e poi accetti l’intercultura (leggi: l’interesse di Papi) non muta di un millimetro canino la sua appartenenza alle animal’s beauty farms e ai vantaggi di quel mondo tanto dorato quanto falso.

Insomma i dialoghi spiritosi indirizzati a colpire il bersaglio dell'intollerante snobismo di certi padroni, che coccolano e addobbano fino alla nausea i loro incolpevoli cagnolini.
Tutto ciò se guardiamo il film come adulti. Se invece pensiamo ai più piccoli sappiamo che vi troveranno i cattivi (ovviamente sconfitti al momento giusto), tanti inseguimenti, qualche gag pregevole (vedi quella dell’’abbaiamento’ umano) e anche un po’ di paura che peraltro nei film Disney non manca fin dai tempi di Biancaneve e i sette nani.

Con l'aggiunta di una valanga di stereotipi sui messicani.