IL CACCIATORE

Clayton (Pennsylvania). I tre giovani amici, appartenenti a una comunità di oriundi russi, Michael (Robert De Niro), Nick (Christopher Walken) e Steven (John Savage) lavorano in un acciaieria dedicando il tempo libero alla caccia al cervo.

Steven fa appena in tempo a festeggiare il matrimonio (rito ortodosso) che gli arriva, come del resto agli altri, la cartolina precetto dello zio Sam per il Vietnam.

Che inferno laggiù, c'è da sputare sangue contro quei maledetti vietcong. Catturati, subiscono torture disumane, roulette russa compresa, ma riescono miracolosamente a fuggire.

Nick si imbosca in una sordida bettola di Saigon, dove si esibisce alla roulette russa davanti a scommettitori assatanati, trovando alla fine la morte che aveva cercato con accanimento, un’assurda ripetizione coatta della tortura inflittagli dai Cong durante la prigionia.

Steven finisce in ospedale, le gambe amputate. Mike rimpatria dagli orrori della guerra, integro e carico di medaglie, ma senza più nemmeno voglia di sparare ai cervi. Ma è ancora lo stesso?

All'inferno e ritorno (nel girone infernale di Saigon).

IL CACCIATORE è un affascinante, crudele e sconvolgente kolossal sulla più grande tragedia d'America, il capolavoro di Michael Cimino (alla seconda prova come regista dopo "Una calibro 20 per lo specialista"), senza nessun dubbio il migliore tra i troppi film sul Vietnam.

Vietnam che occupa la parte centrale e un breve capitolo (enfatico) verso la fine, in cadenze di un'apocalisse allucinata, di un carnevale di morte, alternando tempi dilatati (il matrimonio all'inizio, il finale col canto di “God Bless America”) a scorci fulminei, immagini della "sporca guerra", terribili pagine di conflitto e dolci sequenze di pace, in un contrasto che lascia senza fiato.

Due metafore come perni: la caccia al cervo (un solo colpo) e la roulette russa.



Guidato da un De Niro in stato di grazia, l’intero cast si rivela formidabile al servizio di un film attraente e lancinante.

Cinque Oscar: film, regia, Christopher Walken attore non protagonista, montaggio, suono.

Tutti, chiaramente, meritatissimi.