SATURNO CONTRO

Roma. Soffre in silenzio il nullafacente che vive di rendita Sergio (Ennio Fantastichini), piantato dallo scrittore di successo (scrive favole per ragazzi nda) Davide (Pierfrancesco Favino) per Lorenzo (Luca Argentero), un giovane pubblicitario che ama profondamente la vita e i suoi amici (banalità. Chi non ama la vita?)

Intorno alla loro tavola, sempre ricca e generosa, si tutti gli amici più cari.

Angelica (Margherita Buy), due figli, psicologa avversaria del fumo e sostenitrice dell’amicizia che però non sospetta che il marito funzionario di banca Antonio (Stefano Accorsi), in bancarotta esistenziale, flirti con l’avvenente fiorista Laura (Isabella Ferrari); Neval (Serra Yilmaz), traduttrice turca che “interpreta” gli umori dei compagni; Roberto, marito “sbirro” di Neval a cui tartaglia il suo amore; Roberta (Ambra Angiolini), appassionata di oroscopi, che lavora quando è lucida con Saturno contro, e di coca. Per finire l’ultimo arrivato, il neolaureato in medicina con velleità letterarie Paolo, new entry bisessuale.

Durante una delle tante affollatissime cene, Lorenzo cade in coma. Sulla panca dell’ospedale gli amici veglieranno il suo sonno, in attesa della ricongiunzione e della ricomposizione del loro mondo affettivo. Insomma il coccolone fatale spalancherà occhi e cuori.

Ferzan Ozpetek torna a girare la storia di un gruppo di amici in un interno, evoluzione di quello gioioso delle Fate ignoranti e a filmare l’amore gay e la socializzazione tra omosessuali ed eterosessuali. Ne viene fuori un melodramma sentimentale, più che lento, immobile, forzato, politicamente correttissimo, anche troppo.

A temi già triti e ritriti, la famiglia allargata a comune gay, la diffidenza del mondo normale (i repeat: normale), aggiunge eutanasia (fatta balenare più che sceneggiata) e pacs. Il gruppo di amici, col ciglio orientato all’umido, tutti naturalmente bravi, capaci e appartenenti all’unica classe che sembra per Ozpetek visibile e quindi pensabile: la borghesia.

Tutti così presi da un unica cosa : l’amore oppure la vita vissuta per l’amore (non per amare). In altre parole: quando la pancia è piena…

L’ideologia borghese di Ozpetek vorrebbe rappresentare qualcosa di importante senza farne mai una questione politica, e così si rimuove la cultura borghese, quella della famiglia, della proprietà, della religione, per sostituirla con quella dei sentimentalismi, degli economicismi e dei narcisismi di massa.

Nel mondo ideale di Ozpetek il brutto non esiste e l’indesiderabile è bandito. Anche la morte è un segno fastidioso da rimuovere e sostituire con la bellezza piena e risvegliata di Lorenzo.

Da segnalare anche qualche fastidiosa banalità come la necessità della morte a risolvere e a impietosire un padre che non “condivide” la natura del figlio.

Emerge per classe Milena Vukotic, infermiera all’antica, ma non troppo.