FOTOGRAFANDO PATRIZIA

Il 16enne Emilio (Lorenzo Lena), fisicamente menomato che passa le sue giornate a leggere riviste pornografiche e a vedere videocassette hard, orfano di padre e di madre, vive solo a Venezia con la sua vecchia e fedele governante.


Alla morte di quest’ultima, Patrizia (Monica Guerritore), ovvero la sorella 25enne di Emilio, ritorna a casa sua, vendendo l'avviata azienda di moda di cui è proprietaria.

Inizialmente il progetto di Patrizia è quello di accudirsi del menomato fratello (che deve infatti ricorrere spesso ad un busto artificiale), ma appena scopre il morboso attaccamento di Emilio nei suo riguardi (testimoniato dall’eccitazione con la quale il protagonista vede le gambe nude della sorella appena uscita dalla doccia), dapprima cerca di trovare una ragazza al fratello ma poi, sentendosi gelosa della modella da lei stessa scelta, decide di rinunciare e di abbandonarsi.

Ben presto, però, il rapporto tra i due fratelli diviene sempre più morboso, con Patrizia che racconta la sua vita intima al fratello col chiaro intento di farlo eccitare; ed Emilio che sollecita la sorella a continuare il gioco, rendendosi conto di averla, in questo modo, in proprio potere.

Patrizia, dopo aver cercato di disimpegnarsi da questa situazione “con le maniere forti”, consuma l’incesto, seppur in maniera platonica, col fratello: inizialmente, infatti, il loro rapporto amoroso avviene attraverso gli specchi. Poi però decide di sposare un suo antico spasimente, ma la stessa sera delle nozze si concede sessualmente, e stavolta in maniera carnale, al fratello Emilio, promettendogli che questo è solo l’inizio della loro relazione.

Un bel quadretto di personalità deviate che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide, che si muovono su un copione che corre inevitabilmente verso l'incesto.

FOTOGRAFANDO PATRIZIA è un presuntuoso, patinato psicodramma sexy (in realtà poco più che un fotoromanzo) diretto dal regista Salvatore Samperi zavorrato da tremendi dialoghi da cinema impegnato che segna il debutto dell' attrice di teatro Monica Guerritore nel cinema erotico d'autore, per modo di dire, ci mancherebbe, rimasto tutto nelle intenzioni vorrei-ma-non-posso di un contorto, frustratissimo Samperi, in piena crisi creativa, che tenta, vanamente, di rinverdire le magie di MALIZIA e "Grazie zia" e ridipingere quadretti familiari altoborghesi di personalità deviate e di rapporti morbosi e incestuosi: fallisce miseramente, estinguendo il tutto in un clima psuedo-erotismo per voyeurs di poche pretese.

Mutandine di pizzo, qualche atteggiamento da gran dama del teatro e altri da commedia bassa (insomma tra Valentina Cortese e la Fenech), la Guerritore, utilizzata più che altro per richiamare il grande pubblico, si smutanda non troppo, ricorrendo nelle scene più audaci a un evidente, ridicolo cerottone per coprire le pudenda.

Nel cast da segnalare anche la presenza della ragazza "Drive-in" Tinì Cansino.