2012

India, 2009. In un centro di ricerca situato nelle profondità di una miniera di rame, viene rilevata un'improvvisa variazione dell'emissione dei neutrini solari e il conseguente surriscaldamento del nucleo terrestre. 

La scoperta viene studiata dal giovane scienziato Adrian Helmsley (Chiwetel Ejiofor), accorso sul posto, che stima il pericolo dei primi effetti sulla crosta solo nel lungo periodo e decide perciò, in accordo con gli interessi dei consiglieri del governo americano, di studiare un piano di evacuazione mantenendo all'oscuro l'opinione pubblica sulla futura minaccia globale.

Contrariamente a quanto stimato, dopo soli tre anni il mantello terrestre comincia a fondere e sulla costa californiana appaiono le prime gigantesche crepe.

Jackson Curtis (John Cusack), divorziato dalla moglie Kate (Amanda Peet), scrittore di romanzi di scarso successo e autista di limousine di un laido riccone russo, se ne accorge mentre si trova in campeggio coi due figli presso il parco di Yellowstone. Là, il lago si è completamente prosciugato e un conduttore radiofonico un tantino sopra le righe, Charlie Frost (Woody Harrelson), diffonde in diretta aggiornamenti sull'imminente fine del mondo...

Se 2012 venisse ridotto di un ora, eliminando quasi tutti i dialoghi, specie i definitivi e lacrimevoli commiati, saremmo al solito polpettone, già visto, catastrofico.

Invece qui siamo all'umorismo dato dai fiotti di retorica che il regista Roland Emmerich sparge a piene mani, mettendo in scena una catastrofe trionfalistica e rivendicando l'orgoglio di un cinema meramente ludico, senza sentire la necessità di realizzare kolossal raffinati che facciano gridare al capolavoro.

Fin dai tempi di Stargate e Independence Day, il suo progetto appare piuttosto un tentativo sistematico di allargare le dimensioni dello spazio e del tempo fino alla lacerazione, per poi raccontare, in fondo, sempre la stessa storia.

Padri valorosi , soldati intrepidi, scienziati geniali ed eroici presidenti a stelle e striscie (qui il nero, di colore, Danny Glover) e figlie orgogliose dei padri, (quasi tutte le figure declinate in maniera americanocentrica nda) sono i protagonisti senza macchia e senza spessore di storie inverosimili che, quando non trasudano un manierismo e un patriottismo esasperato, virano verso l'umorismo da quattro soldi e gli stereotipi più logori sulle varie popolazioni del mondo.

Ma sotto le crepe visibili di questa superficie, sotto ai sentimentalismi un tanto al chilo e ad un umanesimo incredibilmente naïf, si nasconde un nucleo pulsante di puro spettacolo.

Con 2012, Emmerich rende più evidente la componente popolare del suo cinema che, a differenza del gemello made in USA Michael Bay, non ricerca nello scontro, nella colluttazione fisica di corpi muscolari o meccanici perfetti, ma nel vecchio fascino di un carrozzone da luna park con tanto di imbonitore che irride ai ricchi (scemi) e ai potenti (cattivi).

Per quanto enormi possano apparire le proporzioni del cataclisma messo in scena, guardare un suo film è come aggirarsi per un parco di città in miniatura dove è ammesso sfasciare tutto, dove poter dar sfogo alle pulsioni distruttive più infantili.

E spettatori americani ed europei, che sicuramente apprezzeranno in maniera differente, saranno comunque uniti dall'arricchire gli azionisti della Sony, distributrice di 2012.
Loro sì potranno costruirsi, come nel film, un'arca alla faccia del pubblico. 

Pagante.