THE MANCHURIAN CANDIDATE

Washington. E' l'influente senatrice Eleanor Prentiss Shaw (Meryl Streep) a manovrare perbenino la campagna elettorale dell'impacciato figlio Raymond (Liev Schreiber), eroe di guerra (quando prestava servizio come sergente aveva salvato la vita al comandante del suo reparto durante un imboscata, nella quale però avevano perso la vita altri due uomini) che a sorpresa supera nella corsa alla vicepresidenza l'anziano senatore Thomas Jordan (Jon Voight).

Toh, dopo ben tredici anni rispunta il maggiore Bennett Marco (Denzel Washington), proprio il capitano del suo plotone in Kuwait durante la Guerra del Golfo (Operazione Desert Storm).

L'ufficiale, da allora, è afflitto da terribili incubi. Ma che diavolo mi hanno infilato sotto la spalla? E' come se mi avessero fatto il lavaggio del cervello, pensa, girando la domanda all'antico commilitone, che presenta anch'egli molti punti oscuri nei ricordi.

Lentamente i dubbi affiorano e si delineano le certezze. Complotto? Mammina, aiutami tu.

Abbastanza inverosimile, ma elettrizzante thriller fantapolitico, costruito con un climax drammatico, come se fosse una bomba a orologeria, e diretto dal ritrovato Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti) che soffre per la lunghezza e per l'approfondimento dei dettagli della storia (presumibilmente per dare alla critica ai non sempre puliti giochi della politica un valore reale).

Trattasi del remake, a distanza di quarantadue anni, mantenendone la tensione e rinnovandone le apocalittiche premonizioni (qui siamo alla Guerra del Golfo), dello sconvolgente "Và e uccidi" (in originale The Manchurian Candidate).

Denzel Washington nel ruolo che era di Sinatra, si muove bene nella parte di automa e interpreta il dramma di un uomo che vede i valori in cui crede ciecamente disintegrarsi davanti agli occhi; la magnifica Meryl Streep, madre del candidato, è cattiva al punto giusto, tanto da poter battere in perfidia anche la strega di Biancaneve.
 
Una citazione per la serie "da vedere" per il montaggio serrato della sequenza finale. Incessante, denso di tensione, un vero "countdown". Il momento migliore di un solido e attuale film.