THE ISLAND

Vattelapesca dove, nel 2019 (propro come in "Blade Runner"). Nell'enorme alveare di cemento, un palazzone blindato, vagano gli inconsapevoli cloni, sorvegliati e controllatissimi, con le loro splendide e fichissime tutine bianche optical design.

Il baldo Lincoln 6 Echo (Ewan McGregor) fa gli occhi dolci alla bionda e deliziosa Jordan 2 Delta (Scarlett Johannson), in un corteggiamento sui generis mentre sono impegnati in faccende inutili, nella snervante attesa di vincere il premio della lotteria, ovvero l'accesso all'Isola, uno zuccherino che rappresenta l'unico vero scopo per loro.

L'Isola che tutti sognano rappresenta quella parte di mondo rimasta salva da una contaminazione che esiste solo nella mente dei cloni che, dotati tutti quasi (con poche varianti) degli stessi ricordi di infanzia impressi dal cinico direttore/padrone Merrick (Sean Bean), sono manipolati e controllati come bambini, ancora ingenui.

Finchè i due colombi, dopo che Lincoln ha visto cose che non doveva vedere, s'involano verso la libertà, scatenando le ira del despota, che gli sguinzaglia dietro il nero (di colore) scherano Albert (Djimon Hounsou).

Perchè il mondo non deve sapere.

Riusciranno i nostri eroi a salvare la pelle e a trovare un'identità?

THE ISLAND è un fragoroso, abbastanza pasticciato e certamente tirato un pò per le lunghe fumettone fantascientifico del regista Michael Bay, che navigando nel vasto mare dell'avventura assemble quesiti di ingegneria genetica (e relative devianze) e dubbi parafilosofici sulla clonazione umana.

Perchè il tema principale del film è l'aspirazione innata ed eterna dell'uomo di eguagliare e sentirsi Dio onnipotente. Nel film si realizza grazie al progresso della scienza messo al servizio prettamente del Dio "guadagno": l'uomo crea e distrugge la vita di cloni preparati in laboratori, isolati e utilizzati poi come pezzi di ricambio, perfettamente sostituibili agli originali, grazie al comun denominatore del DNA, per allungare la vita agli "originali", uomini ricchi o di potere che vivono nel lusso sulla terra. Per raggiungere l'"immortalità", o andarci vicino.

Chiaramente dipinti come vacui, superficiali e senza nessun dubbio etico o morale.

Dobbiamo dire che il soggetto, ormai, viste le notizie che ogni tanto spopolano sulla rete ed oltre, è incredibilmente attuale più che fantascientifico e rappresenta quello che vorrà essere il prossimo passo dell'uomo in campo scientifico: clonare essere umani.

Ma che passo sarà? Avanti o indietro? E quali le conseguenze di una generazione assemblata in batteria?

La prima parte del film è ben girata ed è quella più originale. La seconda parte del film si distacca dal tema di partenza per mostrare allo spettatore immagini mozzafiato di altissimo livello tecnologico, anche se lo spettatore si ritrova in balìa di esplosioni e scontri da spaccare i timpani.

La fuga dei due protagonisti, coadiuvati dal bravissimo caratterista Steve Buscemi, indica come la capacità di porsi domande sia innata nella natura dell'uomo, reale o clone esso sia.

Nonostante il film utilizzi l'azione per non annoiare lo spettatore più cinico, il tema di base rimane ben presente e mentre lo spettatore meno pensoso si distrae nell'inseguimento, quello più avvezzo alle domande filosofiche continua a riflettere su un soggetto così poco futuribile.

Rimane angosciato e impaurito dall'uomo che è o si sente in grado di fare tutto.

Anche di essere un apprendista Dio.