SHREK

Chissà dove, in un tempo lontano. Come si infuria l'orco misantropo, color verde pisello, Shrek, che rutta e legge le favole seduto sul cesso, quando si ritrova tra i piedoni i più svariati personaggi delle fiabe.

E' stato il nevrotico nano lord Farquand, dispotico signore di Du Lac, a spedirli al confino in quella zona paludosa.

Per ottenere l'immediata revoca del provvedimento che gli ha rovinato la vita, l'omone verde parte per la città con al fianco un asino petulante e splendido cantante, Ciuchino.

Perchè tutto questo fermento? Come, non lo sai?

Si sta svolgendo un grande torneo cavalleresco: il vincitore avrà l'onore di liberare la bella principessa Fiona, che va ghiotta di topi arrostiti, prigioniera nel castello di un perfido drago (che diventa una "draghessa" dopo essersi innamorata dell'asinello) e consegnarla al nobile promesso sposo, il principe "ufficiale" che ha il petto peloso come una foresta.

Che incredibile cotta.

Spassosa favola animata che può essere inquadrata, data gli elementi suddetti, come il disegno animato più politicamente scorretto della storia del cinema.

Prodotta dalla premiata ditta Katzenberg-Spielberg (la Dreamworks) sbeffeggia e distrugge cinicamente l'intoccabile tradizione "zuccherosa" disneyana, dissacrando i suoi eroi, da Pinocchio-La bella addormentata nel bosco-Biancaneve e i sette nani fino a La bella e la bestia.

Molte deviazioni narrative lo trasformano peraltro in un prodotto di fiction tradizionale, che potrebbe essere interpretato da attori veri. Con in più un senso d'innovazione che il cinema recitato ha perso da tempo.

Certo all'epoca di Walt Disney nessuno si sarebbe sognato di mettere in scena un drago gay e un orco che emette rutti e rumori di altra provenienza.