L'IMPERO DEL SOLE

Shanghai, 1941. Jim Graham (Christian Bale) ha undici anni: canta nel coro della chiesa, colleziona modellini di aerei, sogna di fare il pilota, partecipa a feste mascherate.

La fanciullezza dorata finisce all’alba della guerra cino-giapponese e il piccolo, figlio di un ricco diplomatico inglese si trova nel bel mezzo dei furori guerreschi.

Mentre i giapponesi bombardano a tutta randa e occupano la città, il ragazzino non ritrova più i genitori, dispersi chissà dove nella confusione del fuggi-fuggi generale, nel trionfo più totale del panico.

La sua casa è requisita e saccheggiata e lui, rimasto solo, deve arrangiarsi.

Fa lega con due soldatacci americani, Basie (John Malkovic) e Frank (Joe Pantoliano) che lo istruiscono e così impara a sopravvivere nella città preda del caos e nel campo di internamento, ormai scuola di vita, in cui assiste a penosissime scene.

Si ciba di vermi per vincere la fame e si salva a stento dalle rappresaglie nipponiche, ma non cessa dall'entusiasmarsi per le imprese aviatorie. Addirittura in visibilio lo mandano i cerimoniali recitati dai kamikaze prima di partire per le loro azioni suicide.

Si arriva così al 1945, quando Jim un giorno d'agosto vede un lampo accecante di luce bianca (è l'atomica su Nagasaki), poi perde un coetaneo con cui ha fraternizzato, ed esulta per l'arrivo dei parà americani. Fuori di senno per quanto ha visto e patito, il ragazzo finisce col ritrovare i genitori, ma il suo abbraccio alla mamma è senza sorrisi benché la città sia in festa per la liberazione.

Chissà da quante cicatrici è rimasto segnato...

L'IMPERO DEL SOLE è un appassionato e interminabile dramma di Steven Spielberg, fino ad allora maestro del fantastico, che dimostra di aver anche talento psicologico.

La prima mezz’ora è davvero grande cinema e alcune sequenze d’azione (il tragico distacco in mezzo alla folla tra madre e figlio) sono memorabili.

Il giovanissimo protagonista, Christian Bale, è uno dei rari bimbi prodigio che, crescendo, ha saputo mantenere uno standard interpretativo di alto livello.