Nel 1842, evaso dal carcere, l'ormai vecchio spadaccino, per vendicarsi, addestra alla scherma, alle acrobazie e, cosa più difficile, alle buone maniere della nobiltà (“Un gentiluomo è qualcuno che dice una cosa e ne pensa un'altra.”) il giovane bandito proletario Alejandro Murrieta (Antonio Banderas), trasformandolo in un secondo Zorro.
Metti la maschera e vai, figliolo.
Il finto damerino farà scintille a palazzo, conquistando anche la miss.
Coloratissimo e movimentato kolossal avventuroso, l'antico cappa e spada rispolverato con grande senso dello spettacolo dal regista Martin Campbell.
Fondata sulla figura del doppio (due Zorro, due “cattivi”, due banditi, due vendette),mescola con divertita e divertente sagacia gli ingredienti del romanzo d'appendice ottocentesco, i marchingegni avventurosi di Johnston McCulley, inventore di Zorro (1919) e, a sua volta, debitore verso la Baronessa Orczy e la sua Primula Rossa (1905), le citazioni dei vecchi film di Niblo (1920) e di Mamoulian (1940), gli aggiornamenti pirotecnici alla Superman e alla James Bond.

Ne viene fuori un film scattante e baldanzoso che ha il merito di durare più di due ore senza stancare.
Antonio Banderas salta come un trapezista dai lampadari ai balconi per rovinare la fiesta al cattivo di turno.
Se però in premio c'è la sensuale Catherine Zeta-Jones, il faticoso lavorio è sicuramente ricompensato.
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