HELLBOY

New York. Ha sessant'anni ma ne dimostra la metà il demone Hellboy (Ron Perlman). Tutto rosso, barbetta , due basettoni, la coda e  due enormi tappi a coprire le corna, è stato allevato come un figlio dallo scienziato Trevor Broom (John Hurt), che lo ha addestrato a passare le giornate difendendo il pianeta dalla sempiterna congiura del Male contro il Bene.

Al B.P.R.D. (Bureau for Paranormal Research e Defense), centro per la Difesa e la Ricerca del Paranormale diretto dallo stesso professor Broom, che accoglie una schiera di personaggi (mostri?) piuttosto bizzarri.

Se Hellboy, demone tutto rosso catapultato nella nostra dimensione dai nazisti nel '44, che nonostante la forza erculea, ha tremori adolescenziali (per quelli come lui l’età va calcolata al contrario che per i cani, dividendo anziché moltiplicando), i suoi colleghi non sono da meno.

Abbiamo un uomo pesce che ha 150 anni, Abe Sapiens (Doug Jones), l’anfibio con sovrumane facoltà intellettive (legge le menti): ha la testa come quella di un cocomero blu e sembra il cugino del Mostro della laguna nera. E poi la malinconica e bella Liz Sherman (Salma Blair) pirocinetica con qualche difficoltà di autocontrollo (quando si altera, diventa di fuoco).

Quanto ai nemici non sono da meno: ci sono gli eterni cattivi, i nazisti, anche se particolari (un nazista-ninja ad orologeria, zombie ed anche sadico). 

Ma il nemico numero uno è certamente il perfido monaco russo redivivo Grigori Rasputin (quel Rasputin), già scherano di Hitler nelle seconda guerra mondiale e che cerca in ogni modo di portare Hellboy sulla cattiva strada e di usarlo per aprire un portale che permetta ai demoni dell'altro mondo di invadere (e distruggere) la Terra.

Sconclusionato e folle, HELLBOY,la saga creata da Mike Mignola e pubblicata dalla Dark Horse (editrice sperimentale), è una serie che ha molti elementi esoterici, oltre a quelli orrorifici, avventurosi e polizieschi.

L’incredibile combriccola di personaggi, trasporta brillantemente in celluloide le pagine di un fumetto di culto, eccessivo e rutilante, e dimostra per la prima volta in tempi recenti che non c’è solo la Marvel.

Gigantesco Ron Perlman (e non solo per la stazza: 1 metro e 88 aumentato da protesi di gomma, che insieme al makeup, richiedevano sei ore al giorno di trucco) nel ruolo del protagonista, che fuma il sigaro, dice battute ciniche alla Clint Eastwood, ma è anche il tenero e imbranato innamorato della ragazza di fuoco.

HELLBOY, il film, brilla per l'amalgama particolarmente riuscito di riprese dal vero e animazioni 3D (cosa che non sempre può dirsi dei film del genere).

I personaggi sono tutti ben caratterizzati, le scenografie molto suggestive e l'atmosfera giustamente tetra (al minimo sindacale le riprese alla luce del giorno…), ma questa non è farina del sacco di Guillermo Del Toro, pur regista dalla sconfinata voglia di stupire, in quanto elementi già caratteristici del bel fumetto di Mignola.