DEMOLITION MAN

San Angeles, 2032. Nella metropoli prontamente ribattezzata dal cinico sindaco-governatore Raymond Cocteau (Nigel Hawthorne) irrompe l'inafferrabile ed efferato malvivente nero, dotato di oscena chioma bionda, Simon Phoenix (Wesley Snipes), ibernato da trentasei anni, dopo la dipartita violenta di trenta ostaggi.

Con lui era stato messo sotto ghiaccio anche il granitico sergente John Spartan (Sylvester Stallone), che con il criminale si era palleggiato la colpa di quel crimine violento, che ora viene scongelato proprio per stanare il pericolo pubblico, contando sull'aiuto nella caccia della bella poliziotta Lenina Huxley (Sandra Bullock).

Ma, si sa, il marcio è annidato all'interno del palazzo.

DEMOLITION MAN segna l'esordio a Hollywood nella regia dell'italiano (poi sparito nda) Marco Brambilla con uno spettacolare e rumorosissimo fumettone futurista, non privo d'ironia (quando il protagonista si sveglia, scopre che il presidente USA è Schwarzenegger), ma imperniato soprattutto sullo spettacolo acrobatico e sulla suspense delle azioni.

Giù il cappello comunque davanti al superduro Sylvester Stallone, sorprendentemente disposto a farsi mettere in caricatura.

E poco altro.