QUEL TRENO PER YUMA

Arizona, fine Ottocento. E' il terrore di banche e diligenze la banda del feroce pluriomicida Ben Wade (Russell Crowe).

Il capoclan è catturato nel saloon, dopo che si è rinfrancato con la bella tenutaria. Ma ora viene il difficile: chi si prenderà la briga (e il rischio) di portarlo fino a Yuma, via treno, per il processo?

Per duecento dollari si offre a far parte della scorta di cinque coraggiosi l'indebitato contadino (sta per perdere il ranch) Dan Evans (Christian Bale),che conduce una vita durissima, zoppo per una ferita di guerra, con moglie e due ragazzi a carico.

Lungo la strada verso il treno delle 3 e 10, il fuorilegge sghignazza sotto i baffi: sa bene che la gang, agli ordini del sadico vice Charlie Prince (Ben Foster), è pronta per salvarlo. Infatti la scorta si assottiglia.

E durante il cammino parlano, parlano, spiegano. Nel viaggio i due cominciano con l'odiarsi, continuano col rispettarsi, finiscono (quasi) amici, anche se il contadino non rinuncia al suo compito, anche quando rimane solo senza alcuna speranza di caricare il prigioniero su quel treno delle tre e dieci.
Nel frattempo il figlio maggiore di Evans è costretto a crescere in fretta e a diventare uomo nel dolore, e la faticosa integrità del contadino ha finito col conquistare il bandito.

Ambizioso remake, con molte variazioni, di un film in bianco e nero con l'identico titolo, del 1957, interpretato da Glenn Ford e Van Heflin.
Allora c'era il "western", coi suoi codici semplici, reiterati, banali e magnifici e col finale rassicurante.
C'era il buono e c'era il cattivo che poi era anche lui buono. Soprattutto c'era l'eroe, quell'"eroe", che nel cinema di oggi, e non solo nel cinema, è soltanto uno da sfottere.

Adesso il western è un genere desolato. Da allora è cambiato il pubblico, il cinema, è cambiata la chimica. È cambiato tutto. Allora valeva un storia semplice, un unico segmento.
Se si dimentica il classico di Delmer Daves, se lo si lascia vivere autonomamente, il film diretto da James Mangold è un'intensa avventura, un po' troppo spiegata, con tanta violenza in più, sparatorie a non finire e un numero considerevole di cadaveri.

Bravi i nemici per la pelle Russell Crowe e Christian Bale (il ragazzino de "L'Impero del sole").

Peccato per il finale a capocchia.