WASABI

Parigi. E' un pò troppo rude e manesco lo scorbutico ispettore di polizia Hubert Fiorentini (Jean Reno), che flirta di malavoglia con la piacente vedova Sofia (Carole Bouquet), pensando ancora all'unica donna che abbia mai amato, una giapponese agente anche lei.

Un pugno sul naso al figlio del prefetto gli costa due mesi di "riposo", utilissimi per volare a Tokyo, dove è stato convocato d'urgenza: la sua amata Niko è morta e lui è l'esecutore testamentario.

Appena sbarcato, giusto il tempo di pestare un zelante controllore dell'aeroporto nipponico, ritrova l'ex collega Mo-Mo (Michel Muller), scopre che la defunta gli ha lasciato in eredità una figlia adolescente, l'ignara Yumi (Ryoko Hirosue), fin troppo vivace e grintosa, che la defunta è stata avvelenata e che sul suo conto ci sono ben duecento milioni di dollari.

Insomma un sacco di guai lasciati in sospeso dalla defunta. Ma perchè questi brutti ceffi con la divisa da gangster ci seguono?

WASABI è un frenetico, rumoroso e a volte spassoso poliziesco dai risvolti sentimentali, diretto da Gerard Krawczyk mentre il poliedrico Luc Besson firma la sceneggiatura, con spiccata propensione alla farsa.

Ne viene fuori un superficiale e inutile action movie, dove la non simpatica e tutte smorfie giapponesina Ryoko Hirosue, vestita ben oltre i bastioni di Orione del kitsch, fa da spalla a un Jean Reno, simpatico come sempre, ma che ripete in maniera burlesca il suo cliché di duro dal cuore tenero.

Qualche momento divertente per i più giovani nella follia della sala-giochi.

Il titolo: il Wasabi è il piccante rafano verde giapponese che solitamente accompagna i piatti di sushi e sashimi.