Passenger 57 - Terrore ad alta quota

New York. In un anno, lo spietato e astutissimo dinamitardo psicopatico, aristocratico ed inglese Charles Rane (Bruce Payne) ha compiuto quattro attentati ad altrettanti aerei.

Ora che l'Fbi l'ha finalmente arrestato, bisogna portarlo a Los Angeles per il giusto processo: visti i precedenti dell'imputato sarebbe meglio il bus o, al massimo, il treno, pazienza se ci metteremo un pò di più.

Macchè, gli prenotano un posto sul primo volo.

Casualmente qualche fila più indietro è seduto il miglior specialista della sicurezza in circolazione, il possente nero John Cutter (Wesley Snipes), addestrato per bene e con coraggio da vendere, come suol dirsi.

Che spavento quando il glaciale cattivo, con l'aiuto dei suoi complici, si libera dalle manette, ammazza i suoi carcerieri e qualche passeggero, e si mette alla cloche, che manco un pilota dell'Alitalia.

PASSENGER 57 - TERRORE AD ALTA QUOTA è uno scorrevole ma tipico action anni '90, un dramma/poliziesco spettacolare e fragoroso, strettamente imparentato con il filone catastrofico degli aerei di linea, di cui conserva l'intelaiatura, amplificandone, se possibile, il tasso già stratosferico di improbabilità.

Diretto da Kevin Hooks e ampiamente farcito di tutti gli espedienti più visti del genere, è comunque prodotto, data la brevità e la buona dose di autoironia, più che commestibile.

I momenti più riusciti sono le varie colluttazioni in cui un simpatico ed atletico Wesley Snipes d'annata mostra la sua destrezza nelle arti marziali.

Per il resto tra situazioni già viste (ostaggi uccisi a sangue freddo) e qualche riempitivo (la hostess) la pellicola, lunga solo 84 minuti, scorre in fretta.