MISERIA E NOBILTA'

Napoli, primi del Novecento. Poveri in canna, lo scrivano pubblico Felice Sciosciamocca (Totò) e il fotografo ambulante Pasquale (Enzo Turco) convivono in una sorte di cadente comune con relative moglie e numerosa prole.

Nella casa i pasti sono un optional visto che ne saltano nove su dieci e sono perennemente intenti, con eccezionale e collaudata abilità, a sfuggire agli agguati del demoralizzato padrone di casa, che tenta invano di incassare la pigione.

Un giorno il marchesino Eugenio (Franco Pastorino) li ingaggia per far capitolare l’arricchito cuoco Don Gaetano (Gianni Cavalieri) che non ha nessuna intenzione di dare in sposa a uno spiantato come lui la bella figlia Gemma (Sophia Loren).

I due poveracci, adeguatamente ripuliti e rivestiti, dovranno fingersi i danarosissimi e nobili parenti del giovane marchesino giunti a chiedere la mano della ragazza.

Insomma un raggiro.

Che rappresenta il là per l’avvio di quiproquo a ripetizione.

MISERIA E NOBILTA' è una spassosissima ed elegante commedia degli equivoci, tratta da una gustosa pièce teatrale del grande Eduardo Scarpetta (1888), diretta dal regista Mario Mattòli senza deragliare dal testo teatrale e affidandosi ai colori, agli eleganti costumi (tranne quelli dei poveracci nda) e, ovviamente, alla bravura degli interpreti, tra cui primeggia, assolutamente ovvio dirlo, un maestoso Totò.

Sophia Loren, giovane e prosperosa, sfoggia un decolté di tutto rispetto.

Abbastanza ovvio anche questo.