BEHIND ENEMY LINES - Dietro le linee nemiche

Mar Adriatico, giorno di Natale. Sulla portaerei americana il rude ammiraglio Reigart (GeneHackman) non è in vena di festeggiamenti. Infatti spedisce in perlustrazione in Bosnia, per provare una macchina fotografica nuova, il tenentello Chris Burnett (Owen Wilson), latore di una lettera di dimissioni rimangiate.

L'ufficialetto è un militare ironico e tormentato, molto lontano dal concetto "patria e obbedienza" che è la bandiera dell'esercito USA, e non solo di quello. Comunque vorrebbe combattere sul serio, perché il suo comandante gli ha sempre affidato ordinaria amministrazione.

Sta di fatto che il militare, navigatore con un commilitone ai comandi, sorvola una zona dell'ex Jugoslavia dove i serbi stanno mettendo a punto un arsenale ad alta tecnologia.

La contraerea serba tira giù i due spericolati sorvolatori, che si lanciano col paracadute.

Il pilota rimane ucciso, il navigatore riesce a filarsela.

Ma i cecchini serbi aprono la caccia e hanno fretta di chiudere la partita. Rimasto solo nei boschi e nel freddo, sperimentata la crudeltà del nemico che gli ha già ucciso un compagno, mentre lui lotta per la sopravvivenza.

E sulla tolda della nave il combattivo alto ufficiale di marina chiede invano allo Stato Maggiore della Nato il permesso per organizzare i soccorsi ed andare a riprendersi il proprio uomo.

Obbedisco e aspetto i burocrati o salvo uno dei miei?

Diretto da John Moore, regista dalla matrice pubblicitaria, BEHIND ENEMY LINES - DIETRO LE LINEE NEMICHE è un gradevole ibrido tra un film di guerra e un action movie ed è uno dei pochi ruoli non farseschi o da commedia interpretati da Owen Wilson che, tra l'altro, se la cava piuttosto bene nella parte del militare non convenzionale che cerca di salvare la pelle in attesa dei soccorsi.

Film le cui sequenze d'azione risultano ben realizzate e che ha come valore aggiunto la presenza del grande Gene Hackman in uno dei ruoli chiave.

Inoltre il montaggio concitato e una bella dose di patriottismo, riesce ad appassionare in alcune scene a tutto gas, come quella in cui i due aviatori tentano di sfuggire ai missili nemici o a impressionare, come nella scena madre dove Chris si salva fingendosi un cadavere in una fossa comune.


Il film prende spunto dalla storia vera di Scott O' Grady, un ufficiale dell'aviazione americana che visse, appunto, una vicenda simile.

Solo un neo: dopo apache, nazisti, libici e iracheni anche i serbi (alla ricerca di un sostituto dei "compagni" sovietici ormai sopraffatti dalla Coca Cola nda) entrano nell'"Olimpo" dei cretini cinematografici secondo le pellicole hollywoodiane. Anche se la moda è stata passeggera.